sabato 3 dicembre 2011

Nuova casa

E' questa la nuova casa del mio piccolo spazio virtuale. I commenti sono spariti ma spero ce ne saranno molti altri, quando tornerò a scrivere. Ho solo bisogno di tempo.

Piccolo esperimento letterario

C'è un motivo se ho aspettato così tanto a scrivere di nuovo sul blog. Volevo infatti raccogliere il materiale di un piccolo esperimento che ho fatto negli ultimi mesi; niente di nuovo a dire il vero, niente che altri, anche colleghi, non abbiano tentato, seppur per divertimento. Sapete che oltre ad essere un editor sono uno scrittore. Ho pubblicato romanzi per editori importanti e in estate è uscito in libreria un mio nuovo lavoro che, al di là del buon riscontro della critica, sta avendo vendite discrete. Se volessi farmi pubblicità adesso darei qualche titolo, ma non è questo lo scopo del blog.

Parlerò invece dell'esperimento. Tutto è cominciato mesi fa, quando alcuni visitatori del blog mi hanno scritto di essere disperati; disperati perché non riuscivano a trovare un editore, disperati perché non ottenevano risposte, disperati perché si ritenevano bravi ma incapaci di esordire. A un certo punto mi sono detto "perché non tentare? Forse l'editoria è davvero cambiata negli ultimi anni, cioè da quando ho esordito io; forse i meccanismi si sono evoluti, o involuti a seconda dei casi, forse..."

E' nato così l'esperimento. Ho inviato sotto pseudonimo il mio ultimo romanzo a una manciata di editori, con tanto di sinossi e lettera di presentazione. E' stato divertente, lo ammetto, e per un attimo ho anche riscoperto l'ansia da risposta degli anni passati, quella che adesso è andata un po' perduta. Non che i miei romanzi non possano essere rifiutati, ma è altamente improbabile, vista la bravura e l'esperienza. Non solo bravura, notate bene, ma esperienza. Ebbene, durante l'estate sono arrivate le prime risposte e, purtroppo, devo confermare le parole dei visitatori del blog.

MONDADORI

Nessuna risposta. Se conosco il loro modo di operare, e lo conosco bene, vuol dire che il romanzo è stato scartato. Il tempo per rispondere a tutti gli esordienti non c'è, bisogna essere svegli abbastanza da capire da sé.

FAZI

Nessuna risposta. Nessuna sorpresa.

GIUNTI

Due righe di risposta in cui si elogia lo stile ma la scarsa vendibilità del prodotto. A dire il vero si nominano spesso le "esigenze editoriali", una di quelle stronzate colossali che sanno di scusa lontano un chilometro. Le esigenze editoriali le inventa di volta in volta l'editore, non sono paletti insormontabili.

RIZZOLI

Risposta negativa, di nuovo. Questa volta mi ha risposto una giovane editor in gamba, che ha detto di aver apprezzato il romanzo, ma di non poterlo inserire in coda di pubblicazione per vari motivi. Mi ha anche fatto alcune critiche che, pur trovando valide, ho deciso di ignorare. Vista la mia esperienza posso permettermelo, lo dico chiaramente e senza inutili giri di parole. Ho però preso nota di altri appunti che mi sono stati fatti.

PIEMME

Risposta negativa. L'editore ha risposto, anche se con un modello prestampato.

FELTRINELLI

Nessuna risposta, niente di nuovo. Ho sempre saputo che la Feltrinelli pubblica solo autori già editi da altri editori o consigliati da agenzie letterarie o raccomandati da altri autori. Questa non risposta è divertente sotto tantissimi aspetti, ma non posso dire di più.

BALDINI CASTOLDI

Ho ricevuta una risposta, negativa, da un editor che conosco. E, dal momento che lo conosco, so per certo che non ha letto il romanzo. Non del tutto almeno.

Ci sono poi state tutta una serie di risposte da parte di piccoli editori e anche qualche proposta di pubblicazione. I risultati dell'esperimento sono presto detti: se c'è talento qualcuno disposto a far esordire lo scrittore si fa avanti, un editore medio o piccolo. Gli editori più grandi invece raramente vanno oltre le prime pagine e, se non le trovano interessanti, cestinano tutto. Ma anche se le trovano interessanti entrano in gioco tutta una serie di dinamiche che, sinceramente, non condivido appieno.

In conclusione posso dirmi sorpreso. Sorpreso perché da editor, e conoscendo molti editor, so che una possibilità non si nega a nessuno. Forse sono le nuove generazioni di editor a sbagliare, ad avere i paraocchi. Non lo so e non voglio saperlo. So solo che sono sorpreso e amareggiato. E confuso. Non è da escludere però che si tratti di casi eccezionali. Tempo fa vi scrissi che sulla pubblicazione incidono fattori come "editor, casualità e temporalità", ovvero il fattore umano, il fattore caso e il fattore tempo. E' quindi possibile che lo stesso manoscritto che ho proposto, se fosse capitato sulla scrivania di un altro editor, in un momento diverso, sarebbe stato pubblicato.

L'esperimento continua...

Il senso delle parole

Quando si lavora dalla mattina alla sera sullo stesso testo, si finisce spesso per riflettere su tutto, anche su quelle cose che normalmente si darebbero per scontate. Sto editando il romanzo di un'autrice che reputo interessante, sveglia, intelligente. Un'autrice che però ha scritto: "... semplice ma d'impatto" come se niente fosse.

Semplice ma d'impatto.

Quel ma non mi piace. Una cosa semplice non può essere d'impatto? Solo le cose difficili possono essere d'impatto? Non capisco. Un'autrice come ho detto intelligente non dovrebbe commettere simili leggerezze. Le parole hanno un senso, le parole sono importanti. La moda attuale, però, pare quella di scrivere di getto, di non soffermarsi troppo sulla forma ma solo sul concetto. Peccato che concetto e forma siano legati indissolubilmente.

Scrittori e generi 2

La mia risposta è no, non esiste uno scrittore capace di esistere in più generi mantenendo una qualità alta. Ogni genere ha le sue regole, regole che vanno comprese al solo scopo di essere infrante (o almeno così dovrebbe essere; non mi riferisco agli emuli ma a quei pochi innovatori che sono in giro). E le regole, per essere comprese, necessitano di anni e anni di studio. Quindi no, uno scrittore, a parer mio, non può esistere in più mondi, non se vuole mantenere livelli alti.

Scrittori e generi

Avrei voluto inserire un post diverso, ma il tempo che ho è poco. Si stanno chiudendo gli ultimi contratti, si sta decidendo il calendario del prossimo anno e in quasi tutte le redazioni si respira un'aria frenetica. Però una domanda vorrei farla, una piccolissima provocazione se vogliamo: secondo voi esiste uno scrittore capace di inserirsi in più generi restando su livelli qualitativi alti? Oppure uno scrittore deve dedicarsi a un solo genere? Vi dirò la mia opinione alla fine, per non condizionarvi. Anche se credo non ce ne sia bisogno.